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Trombofilia
E' una condizione clinica che, primitiva o associata a varie patologie, predispone alla TVP e a flebiti superficiali (TVS) ricorrenti.
Gli esami di screening per trombofilia vanno eseguiti a 3 mesi dall'evento trombotico e/o dopo la sospensione del trattamento anticoagulante da almeno 20-30 giorni.
TEST DI SCREENING PER TROMBOFILIA
- Tempo di Protrombina (PT).
- Tempo di Tromboplastina parziale attivato (aPTT).
- Fibrinogeno.
Livelli aumentati di fibrinogeno possono essere presenti in corso di infiammazione oltre che di gravidanza e sono marker aspecifici di fenomeni trombotici in atto.
- Resistenza alla Proteina C attivata.
- Mutazione del fattore V di Leiden R506Q (G1691A).
La mutazione del fattore V è correlata oltre alla trombosi arteriosa giovanile ad aumentato rischio di infarto del miocardio, soprattutto in presenza di altri fattori di rischio come fumo o patologie metaboliche (diabete, ipertensione, dislipidemia….). I soggetti eterozigoti hanno un rischio 5-10 volte maggiore rispetto alla popolazione generale di sviluppare trombosi venosa. I soggetti omozigoti hanno un rischio aumentato di 50-100 volte di sviluppare trombosi venosa. Nei soggetti eterozigoti il rischio di infarto del miocardio sembra essere aumentato di 2-3 volte. Altre 2 varianti H1299 e Y1702 aumentano di 3-4 volte il rischio di fenomeni trombotici.
- Mutazione G20210A del gene della protrombina. Questa mutazione è associata ad un aumento di circa il 30% dei livelli plasmatici di protrombina. La modalità di trasmissione ereditaria è di tipo autosomico dominante. I soggetti eterozigoti hanno un rischio di circa 3 volte superiore rispetto alla popolazione generale di sviluppare una trombosi venosa, mentre gli omozigoti hanno un rischio aumentato pari a 80 volte. Nei soggetti eterozigoti il rischio di infarto del miocardio sembra essere aumentato di 5 volte nelle donne e 1,5 volte negli uomini.
- Mutazione dell’enzima Metilentetraidrofolato reduttasi (MTHFR). La metilentetraidrofolatoreduttasi (MTHFR) è un enzima coinvolto nella trasformazione del 5-10 metilentetraidrofolato in 5 metiltetraidrofolato che serve come donatore di metili per la rimetilazione della omocisteina a metionina tramite l'intervento della vitamina B12. Accanto alla deficienza grave di MTHFR è stato identificato un polimorfismo genetico comune, dovuto alla sostituzione di una C (citosina) in T (timina) al nucleotide 677 (C677T), che causa una sostituzione di una alanina in valina nella proteina finale ed una riduzione dell'attività enzimatica della MTHFR pari al 50% ,fino al 30% in condizioni di esposizione al calore (variante termolabile).Tale variante comporta livelli elevati nel sangue di omocisteina specie dopo carico orale di metionina. La frequenza genica in Europa della mutazione è del 3-3,7% che comporta una condizione di eterozigosi in circa il 42-46% della popolazione e di omozigosi pari al 12-13%. Recentemente, una seconda mutazione del gene MTHFR (A1298C) è stata associata ad una ridotta attività enzimatica (circa il 60% singolarmente; circa il 40% se presente in associazione alla mutazione C677T). Questa mutazione, in pazienti portatori della mutazione C677T, determina un'aumento dei livelli ematici di omocisteina.
- Omocisteina. Numerosi dati clinici riportano l’iperomocisteinemia come fattore di rischio per infarto del miocardio, ictus cerebrale, vascolopatia periferica e trombosi venosa. Un ridotto livello di enzima MTHFR porta ad una minore conversione a metionina dell’omocisteina con accumulo di quest’ultima.
- Antitrombina III. Questa proteina si lega alle proteine della coagulazione attivate inibendone l’attività. Un suo deficit favorisce gli eventi trombotici.
- Proteina C e Proteina S. Sono proteine ad azione anticoagulante che agiscono come inibitori del fattore V e VIII. Il deficit di proteina C incrementa di 10-15 volte il rischio di trombosi. Il deficit di proteina S incrementa di 10 volte il rischio di trombosi.
- Ricerca di anticorpi antifosfolipina tipo Lupus Anticoagualnte (LAC)
- Anticorpi anti-Beta 2 glicoproteina I.
- Anticorpi anticardiolipina. Presenti in caso di malattie autoimmuni favoriscono la comparsa di fenomeni trombotici.
- Fattore VIII. Un deficit di questa proteina della coagulazione causa Emofilia A Un’elevata attività favorisce la trombosi. |